February 15, 2008

La "sacralità laica" dell'aborto



In questi giorni i mass-media hanno dedicato molto spazio al caso di Napoli e alle proteste delle femministe insorte in difesa della libertà di autogestione dell’utero.

E’ stato detto che, nel caso specifico, si trattava di una malformazione fetale per cui, anche alla nona settimana, era lecito interrompere la gravidanza.

Personalmente, e per motivi totalmente laici, sono contrario all'aborto, che ritengo a tutti gli effetti un omicidio.

Quell'esserino di cui – in molti casi - ci si vuole sbarazzare è a tutti gli effetti un essere umano che già alla quinta settimana di vita assume sembianze umane, alla settima prova delle sensazioni, mentre la madre sviluppa entro la terza settimana delle blande risposte immunitarie alla presenza dell'embrione, che quindi l'organismo materno percepisce già come “altro da sé” .
La "sacralità laica" dell'aborto è un'idiozia con cui si è voluto ripulire la coscienza collettiva a spese dei più deboli.

Mi chiedo come faccia, una donna che abortisce di sua volontà, a non avere per sempre una zona d'ombra nella propria coscienza, una vocina dentro che le dice "hai ucciso una creatura, un vita che stava nascendo in te".
Ben lungi dal definirmi cattolico, anzi rivendicando orgogliosamente la mia formazione laico-progressista, pur essendo un sostenitore del diritto all'eutanasia sono contrario all'aborto in quanto coerente col principio per cui la possibilità di fare quello che ci pare con la vita degli altri non è libertà, ma abuso.

Che, poi, ad invocare la “sacralità laica” dell'aborto siano quelle stesse persone che si dichiarano contrarie alla pena capitale è, francamente, agghiacciante.

Anche nel caso in cui si fosse davanti a una malformazione fetale, in fin dei conti chi ci dà il diritto di decidere chi può vivere e chi deve morire?


Si può ammettere che, alla fine, l'aborto debba essere legale per non alimentare il malaffare delle mammane, così come in moltissimi sono favorevoli alla riapertura delle case di tolleranza pur non avendo intenzione di frequentarle, e alla legalizzazione di tutte le droghe pur essendo ben consapevoli del fatto che farne uso è sempre un errore gravissimo: tutte queste cose devono essere legali, ma svantaggiose.

Lo Stato deve poter dire al cittadino: "puoi anche farlo, ma sappi che se decidi di non farlo ci guadagni mentre se lo fai ci perdi".


Un'ultima cosa. Vorrei sapere quante di quelle signore che, come qurant’ann fa, vanno strillando in giro "l'utero è mio e me lo gestisco io" sanno che cosa significhi REALMENTE avere un figlio.


Cantava il povero Gaber "... di gente che ha da dire ce n'è tanta...la qualità non è richiesta, è il numero che conta..."

La verità è che il senso della vita di una donna si concretizza nell'essere madre, questo non lo dice Ferrara o Monsignor Tonini ma la psicanalisi.
Finchè non ci mettiamo in testa, una volta per tutte, che ci sono delle leggi naturali che non possono essere sovvertite andremo via via sempre più sprofondando.

PS: per maggiori informazioni su ciò che viene fatto a dei minuscoli esseri umani quando si induce l'aborto, CLICCARE QUI.

1 comment:

Anonymous said...

La ringrazio per Blog intiresny