February 19, 2008

Barack & burattini


Ci attendono tempi veramente duri.

La diabolica strategia del “voto utile” porterà alla catastrofe politica e sociale del nostro Paese.

Il caravanserraglio del Partito Democratico ha rotto gli indugi finali: Veltroni, l’uomo nuovo, è riuscito nella titanica impresa di amalgamare due masse informi ed eterogenee in un unico soggetto politico, ne’ di destra ne’ di sinistra, sedicente socialdemocratico e riformista ma anche, al contempo liberaldemocratico e rappresentativo delle “diverse sensibilità” dell’elettorato.

Un “ectoplasmala cui unica qualità è l’assenza di qualsiasi qualità, cosa che lo renderà estremamente flessibile e plasmabile alle più disparate situazioni.

Allo scopo era necessario il divorzio – annunciato – con i soggetti politici che si ostinano a mantenere anche una sola parvenza di orientamento: l’uomo nuovo Veltroni correrà da solo.

Il Partito del Popolo delle Libertà, del pari, per decisione del suo sempiterno padrone e sponsor, si è sbarazzato delle frange destrorse che rifiutano di confluire nell’eurocalderone del PPE e dei vari rimasugli di apparati democristiani che oppongono resistenza all’annessione forzosa nel grande partito-azienda.

Tanto Berlusconi e Fini quanto Veltroni e i suoi giannizzeri stanno ripetendo ad ogni angolo che "non ha senso sprecare il voto con i piccoli partiti", dimostrando un encomiabile concetto di democrazia destinato a divenire un leitmotiv, se non un imperativo categorico, per l’incipiente campagna elettorale.

Non il bipolarismo, ma addirittura il bipartitismo verrà salutato come una grande conquista civile per il Paese: chi non si riconoscerà in almeno uno dei due grandi superpartiti verrà etichettato come persona socialmente anomala e schedato come appartenente al “fronte del NO”.

Fatti fuori gli ex alleati domiciliati alle estremità, PD e PDL, forti del loro ingente patrimonio di seggi assicurato loro da una legge elettorale in perfetto stile nordcoreano, daranno vita ad una convivenza idilliaca che, pur non potendosi concretizzare nel breve termine in un matrimonio felice e men che meno in una fusione, non tarderà a portare i suoi frutti.

Innanzitutto occorrerà riformare la Costituzione senza passare per l’inutile e dispendioso percorso della costituente. A colpi di maggioranza, una maggioranza trasversale che supererà il 70%, i cittadini verranno definitivamente defraudati dei pochi strumenti di autodifesa civica ancora in loro possesso per tutelare l’ultimo bene rimasto: il diritto alla salute.

I grandi gruppi industriali e le lobby affaristiche che bivaccano nel Belpaese avranno così la strada spianata e potranno finalmente agire indisturbati senza che il popolo insolente e cencioso possa più esser loro d’ostacolo nella rincorsa al profitto privato finanziato con soldi pubblici: via libera quindi agli inceneritori, alle centrali nucleari e a quelle a carbone, via libera alla cementificazione degli ormai pochi spazi verdi rimasti nella penisola.

Il tutto verrà motivato con la necessità di progredire: peccato che a beneficiare di questo progresso saranno come sempre in pochissimi.

In tutti i campi la ricerca scientifica sarà sempre più assoggettata alle esigenze delle multinazionali dei vari settori, mentre la fuga di cervelli non accennerà a diminuire.

In campo medico soprattutto, verranno sbandierati risultati strabilianti ma l’incidenza di morti per cancro continuerà ad aumentare. La ricerca sulle cellule staminali degli embrioni congelati soprannumerari sarà definitivamente accantonata per non urtare la suscettibilità della Conferenza Episcopale Italiana. Sarà proibito parlare di eutanasia: il medico che ha aiutato il povero Welby a mettere fine alle sue sofferenze sarà, con decreto a validità retroattiva, arso sul rogo con tanto di scomunica papale.

Verrà abolito il principio giurisprudenziale di precauzione, verranno messe delle limitazioni ad internet (ci avevano già provato con la legge Levi-Prodi), sul mondo dell’associazionismo civico si abbatterà la mannaia della giustizia: ciò che ora è legale sarà reso illegale grazie ad un sapiente e certosino lavoro di maquillage di alcune leggi le quali verranno, in silenzio ed impercettibilmente, modificate solo quel tanto che basterà per trovare un appiglio allo scopo di delegittimare le battaglie civiche.

Il potere d’acquisto dei salari continuerà a diminuire mentre continueranno ad aumentare i prezzi.

Nel frattempo il supergoverno trasversalista Veltroni-Berlusconi, nel silenzio più assoluto di sindacati ed associazioni di categoria, poco a poco, con piccoli e delicati colpi di lima, aiuterà la classe lavoratrice nel suo lento, travagliato e finalmente definitivo passaggio allo stato di schiavitù non dichiarata.

La pubblica amministrazione continuerà a vivere sulle spalle del contribuente come da sempre costume vuole: la stragrande maggioranza dei lavoratori del pubblico impiego come sempre lavorerà in media 38 minuti al giorno, ma potrà farlo indisturbata in quanto verrà consolidato il suo status di elite, il tutto a discapito delle categorie più deboli, ovvero pensionati, precari, lavoratori dipendenti e piccole imprese, che come sempre dovranno svenarsi per compensare quanto assorbito dai rami secchi.

In politica internazionale, rimarrà invariato il rapporto di vassallaggio politico-militare e culturale nei confronti degli Stati Uniti d’America, che continueranno ad imporci conflitti architettati a tavolino ad uso e consumo dei potentati economici operanti nei settori del petrolio e dell’industria bellica. Con l’aggiunta di un nuovo soggetto al cospetto del quale dovremo sempre più spesso genufletterci mostrando la più profonda deferenza: la Cina, nazione destinata a dominare il Pianeta nel prossimo futuro, alla quale (come del resto abbiamo fatto con i nostri attuali padroni americani) non rinfacceremo mai le innumerevoli violazioni dei diritti umani, dalla pena di morte alla soppressione dei secondogeniti, ne’ tantomeno le velleità coloniali su Taiwan. Continueremo a non accogliere il Dalai Lama, premio Nobel per la pace, uomo di indiscussa santità che ha speso un’intera esistenza battendosi per quegli stessi principi di libertà e di giustizia che sono contenuti nella nostra Costituzione, onde evitare di compromettere i delicati equilibri commerciali con la grande “tigre asiatica”.

La letteratura, il cinema, la televisione, la musica, la filosofia, insomma tutta la “cultura ufficiale” filogovernativa continuerà a produrre roba di una mediocrità desolante se non addirittura di una volgarità stomachevole: il “reality show” sarà la forma d’arte più rappresentativa di questa “nuova era”.

Hanno impiegato ben 14 anni per giungere alla diabolica perfezione del disegno criminale che si sta stagliando all’orizzonte.

A noi, che abbiamo l’inqualificabile demerito di pensare con ciò che abbiamo in testa, non rimane che combattere con le poche armi rimaste in nostro possesso: cultura, buon senso e verità.

Non pretendiamo di cambiare il mondo ne’ questa penisola che somiglia sempre meno ad un Paese: ci accontentiamo di resistere, magari di sopravvivere.

In fondo, è il nostro dovere.


SI PUO' FARE.


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